mercoledì 1 settembre 2010

LA MAMMA CREA LA GRANDEZZA DELL’ANIMA DELLA SUA CREATURA


Tutte le cellule fisiche della persona sono psichicizzate, cioè sono caratterizzate dalle caratteristiche psichiche specifiche della persona, com’è dimostrato dai disturbi psicosomatici, cioè di origine psichica, dalle disfunzioni e dalle funzionalità organiche psicosomatiche, cioè di origine psichica, dalle sensibilità e insensibilità psicosomatiche, cioè di origine psichica.

Infatti, senza cellule non c’è coscienza, non c’è psiche, non c’è anima.
L’anima è costituita dalla coscienza e dalla psiche. Non c’è anima umana senza cellule, ci può solo essere anima definita angelica, cioè angelo.

La coscienza umana agisce attraverso il sistema cellulare dell’essere umano, gestito dalla razionalità e dall’istintività. Il corpo, avendo origine dall’integrazione delle cellule maschili con le cellule femminili, fa incontrare la psichicità della donna con la psichicità dell’uomo, costituendo la struttura dell’anima filiale.

Tuttavia lo sviluppo della fisicità cellulare, e pertanto della coscienza individuale, filiale e psichica, avviene prevalentemente nel corpo, attraverso la cellularità fisica e psichica e attraverso l’anima della madre.

La madre dà al figlio più del suo, più di se stessa, più delle proprie cellule e quindi più della propria coscienza, più della propria psichicità e della propria anima.

Le cellule del maschio sono quelle dell’iniziativa alla vita che si è decisa di creare e costruendo la singolarità, la diversità individuale e l’irripetibilità, infatti, è impossibile creare una vita identica a un’altra vita, l’essere umano può creare solo delle somiglianze di vita, somiglianze ad altre creature.

Questi processi della creazione affermano la grande verità che Dio, del quale l’uomo è immagine e somiglianza, ma non è altro Dio, crea la vita servendosi dell’uomo (cioè crea anima e corpo servendosi dell’uomo).

Questi processi creativi e simbiotici dimostrano che fondamentalmente i figli sono necessariamente più della madre che del padre, come dimostra l’intenso rapporto simbiotico della madre con la propria creatura, che solo più tardi viene superato, ma che esige che siano necessariamente affidati alla madre i bambini di genitori che si separano.


(Dr. Giovanni. Basso, psicologo e psicoterapeuta)

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