venerdì 27 marzo 2009

Le tolgono la nipote e tutto il quartiere scende in strada



TORINO 24/03/2009 - Prima di chiudere la valigia, Jolanda Izzo si è premurata di sistemare sopra i vestiti anche un peluche. Un coniglietto grigio, il preferito dalla nipotina. «Chissà quando rivedrò la mia bambina - singhiozza -, chissà quando potrò portarle questi vestiti. Gli assistenti sociali me l’hanno portata via per sempre, me l’hanno rapita».


Davanti al suo portone si sono raccolte almeno centocinquanta persone. Urlano a gran voce il nome di Sara, nove anni, strappata ai nonni da una sentenza del Tribunale dei Minori, eseguita esattamente una settimana fa sotto gli occhi dei compagni di scuola.«Pretendiamo che i giudici valutino nuovamente il caso, i nonni di Sara sono persone stupende. In questi anni non le hanno fatto mai mancare niente, non meritano di vedersi portata via la nipotina». A parlare sono i genitori degli allievi della scuola elementare Marthin Luther King, scesi in strada per testimoniare la propria solidarietà alla famiglia. Pronti a tornarci per una fiaccolata, il prossimo venerdì sera. «La bambina è stata portata via dalla classe senza che nessuno avvisasse i nonni di quanto accadeva - continuano -. I suoi compagni sono rimasti terrorizzati e lo sono ancora. La famiglia, dopo tutto quello che ha passato, non merita anche questa coltellata».La revoca dell’affidamento di Sara è stata un fulmine a ciel sereno per tutti. Un provvedimento d’urgenza che ha stravolto la vita di Lorenzo e sua moglie Jolanda.


Un’altra volta. Dopo che nel 2007, la loro unica figlia, Anna, fu indagata per il tentato omicidio della madre. A proteggere Sara da quel dramma, dalla tossicodipendenza della mamma per cui già avevano chiesto l’affidamento e ottenuto la tutela, hanno provveduto loro. «Sono altre storie, quelle - dicono i nonni -. La relazione presentata dagli assistenti sociali non parla di noi, Sara è una bambina felice e noi l’amiamo come una figlia. Come possono parlare di inadeguatezza, di carenze igieniche e tutto il resto?». Le parole della sentenza emessa dal Tribunale dei Minori, che ha disposto l’affidamento della bambina ad una comunità protetta, pesano come macigni.


«Chiederemo la sospensione in via d’urgenza del provvedimento e presenteremo ricorso in Corte d’Appello - spiega l’avvocato Davide Diana - è una decisione gravemente lesiva per la minore, difficile da comprendere». La relazione dei servizi sociali non lascia spazio a molte interpretazioni. «Le dinamiche relazionali - si legge nel documento - non hanno permesso, finora, alla bambina di costruire un’identità differenziata e una struttura di personalità in grado di sviluppare le potenzialità di base».


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